Nota: gli articoli taggati con [WoW] trattano argomenti inerenti World of Warcraft. Nella presentazione degli argomenti, supporrò che chi legge abbia una minima conoscenza del contesto, quindi per qualcuno potrebbero risultare di difficile comprensione. Ci tengo anche a precisare che non gioco sui server ufficiali; le mie fonti sono i siti ufficiali della Blizzard e alcuni siti e forum che trattano del gioco.
Premessa
Scopo di questa serie di articoli è quello di presentare alcune considerazioni riguardo la dibattuta questione dello sfruttamento di bug del gioco, in particolare in ambito PvE (Player versus Environment). Ribadisco che quello che scrivo riflette le MIE opinioni personali in merito e che prendo come riferimento siti ufficiali Blizzard e siti e forum che trattano il gioco (dai quali cerco di capire come reagisce la community di fronte a determinate questioni).
La discussione partirà dall’ultimo, eclatante caso di exploiting per poi arrivare a fare delle considerazioni di carattere generale sull’argomento.
Il “disastro” del LFR
Partiamo dal fatto. È stata inserita una nuova modalità per effettuare i raid, molto simile a quello che già esiste per i dungeon. Tale modalità è inferiore a livello di difficoltà e loot rispetto alla modalità normale e si pone ad un livello superiore (a livello di loot) rispetto ai dungeon. Per accedere a tale modalità è stato previsto lo strumento del Looking For Raid (LFR), che aggrega 25 persone (non esiste la modalità da 10) in base al proprio ruolo. Due sono le differenze che distinguono i raid fatti con LFR e i raid normali:
- in un certo senso non esiste lookout, ovvero un personaggio può completare lo stesso raid un numero (potenzialmente) illimitato di volte attraverso il LFR;
- un personaggio può lootare solo 1 volta per lookout da un dato boss.
Il problema, da quello che ho capito, riguarda il fatto che un personaggio potesse ottenere loot addizionali da un boss, semplicemente uscendo e rientrando dal raid, a patto che tutti i restanti personaggi avessero passato quel determinato oggetto.
Tale problema era già stato evidenziato sul PTR (Public Test Realm):
Twice today I saw a looting bug where the people who won the items left, or didn't click the boss. After a wipe, somebody else came in and picked up the items. In one case, I was able to pick up a Warr Hunt Shaman tier token from a boss which I shouldn't have been eligible to loot at all (second time killing him).
(fonte: Forum Blizzard).
Alcune delle cause del bug sono state risolte attraverso un hotfix (Blog Blizzard - vedi 2 dicembre), mentre altre pare siano in corso di risoluzione (Forum Blizzard).
Sta di fatto che la Blizzard ha deciso di sospendere gli account in cui erano presenti personaggi che avevano abusato di tali bug (Forum Blizzard), con pene dai 3 agli 8 giorni di sospensione e la rimozione degli item ottenuti in modo scorretto.
Una questione di merito
Il dibattito che si è creato all’interno della community in merito al bugabusing nel LFR ha riguardato soprattutto quella che, comunemente, viene chiamata “race to world first”, ovvero la “gara” tra le migliori gilde che ha come obiettivo la realizzazione della prima kill dei boss dei raid nella modalità heroic.
Tra gli account sospesi, infatti, troviamo molti appartenenti alle gilde che concorrono alla race, gilde che quindi si sono ritrovate con la maggior parte dei propri membri impossibilitati a giocare. Ovviamente non tutte le gilde sono state colpite, dal momento che alcune hanno deciso di non bugabusare; per quanto riguarda le altre, alcune hanno dovuto rinunciare del tutto alla prima settimana di race, mentre altre sono state costrette a passare dalla solita modalità da 25 a quella da 10.
Tralasciando per un attimo il passato (di cui mi occuperò in seguito), ritengo che le sospensioni siano state meritate e che quindi la Blizzard in questo caso abbia agito bene.
Ma veniamo alle reazioni della community. Una delle questioni principali che si sono dibattute riguarda in qualche modo il “merito” di una first kill (si parla sempre dell’ambito raid da 25 persone) ottenuta fondamentalmente senza la maggior parte dei partecipanti, cosa che ha generato anche qualche “simpatico” flame nei confronti della gilda che attualmente conduce la race (Video su YouTube – si gioca sul fatto che, generalmente, le gilde europee ottengono risultati migliori rispetto a quelle statunitensi). Inoltre, alcuni hanno avanzato dubbi anche sul “merito” di eventuali first kill fatte da gilde che hanno subito il ban, arrivando anche a proporre sospensioni tali da impedire a tali gilde di riuscire ad effettuarne una (sostanzialmente si vagheggiava di dare sospensioni di durata “indeterminata” che sarebbero finite con la first kill dell’ultimo boss del raid).
Onestamente ritengo che tutte queste considerazioni siano inappropriate, per tutta una serie di motivi (alcuni dei quali ripresi dai vari forum che ho visitato e che condivido):
- fondamentalmente quello che conta è la kill dell’ultimo boss (anche se su questo non sono totalmente d'accordo, dal momento che possono esserci anche boss intermedi molto difficili);
- la “race to world first” non è qualcosa di ufficiale che riguarda la Blizzard. Inoltre, se guardiamo i siti di ranking delle gilde (es wowprogress - guildox), notiamo come, dal momento che ognuno di essi utilizza sistemi di ranking differenti, le stesse gilde siano in posizioni diverse ed è quindi difficile fare dei paragoni tra le gilde;
- si confonde l’intera gilda con le singole persone (qui sarebbe più appropriato dire account, ma passatemi il termine). Chi ha partecipato finora alla race era “pulito”, pur appartenendo a gilde pesantemente penalizzate dalle sospensioni;
- dal momento che le punizioni hanno compreso anche la rimozione degli item, nessuno è stato in qualche modo avvantaggiato dal bugabusing, pertanto eventuali first kill ottenute dopo la scadenza delle sospensioni ritengo siano legittime e meritate.
Riguardo l’ultimo punto c’è chi sostiene che first kill (sempre da 25) ottenute da gilde i cui membri hanno subito le sospensioni sarebbero in qualche modo “più meritate”, dal momento che tali gilde partono in una evidente situazione di svantaggio. Diciamo che condivido in parte questa considerazione, perché si basa su qualcosa di oggettivo, anche se io preferirei parlare non tanto di maggior merito, quanto di maggior skill nel progress.
Chiudo questo primo articolo in merito alla questione con una riflessione personale su quella che ritengo sia la natura di certi atteggiamenti. Credo che molti si lascino prendere dall’entusiasmo e perdano di obiettività (parlo sia di chi attacca senza riserve sia di chi difende a spada tratta una gilda) nell’affrontare i problemi. Guardando le questioni dal punto di vista di un cosiddetto “fanboy”, risultano inevitabili reazioni come flame, punzecchiature etc. che non portano ad una soluzione e non contribuiscono ad un dialogo costruttivo, soprattutto se poi non si riesce ad accettare che ci siano persone che la pensano diversamente da noi.
Nei prossimi giorni scriverò il prossimo articolo sull’argomento.
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